CIP!
Un progetto tra musica e arte visiva che omaggia l’ultimo disco di Brunori Sas attraverso 30 opere illustrate ispirate al “pettirosso” disegnato sulla copertina del disco, da Robert Figlia.
Una produzione originale, presentata attraverso un’imponente installazione che prosegue il percorso di un album interrotto dallo scoppio della pandemia immaginando nuove narrazioni.
L’idea principale che sta alla base del progetto è quella di giocare sull’ambivalenza che c’è nel termine “volatile”: termine riferito sia all’uccello come volatile appunto, che all’aggettivo stesso. L’aggettivo “volatile”, oggi più che mai riflette l’era pandemica che tutti noi stiamo vivendo, e le relative considerazioni, i pensieri esistenziali, che la pandemia ci ha spinto a fare sulla vita stessa. Questo specifico momento storico spinge inevitabilmente a considerare “volatili” le nostre esistenze, un progetto di vita, di lavoro, un obiettivo, oggi più che mai, tutto ciò che ci circonda può essere “volatile”.
Ma il termine “volatile” non possiede solo un’accezione negativa: non vuol dire solo disincanto ma anche ritrovare quella capacità che ha l’uccello di spiccare il volo. Dunque, “volatile” non come limite, ma come spunto in più per aiutarci nell’affrontare le nostre paure, a resistere al cambiamento nella consapevolezza che la nostra esistenza non puó che essere transitoria e di passaggio.
La “volatilità” come uno spunto di riflessione in più per affrontare una rinnovata idea della vita, mitigando ansie, senza aver paura di esperire il fallimento o di perdere ciò che abbiamo creato.
Un altro concetto importante nella narrazione che andremo a sviluppare è anche quello di fragilità, da intendersi con un’accezione fortemente positiva, umana e non come sinonimo di debolezza.
Tutti noi conosciamo la storia appresa sui libri di scuola, come una storia creata dai forti, ma l’evoluzione quella reale, che spesso non è adeguatamente narrata sui libri, ma si trova invece sotto i nostri occhi, è stata quasi sempre sviluppata proprio dagli ultimi, dai “deboli”.
I primi essere stessi, ad uscire dagli abissi del mare, furono i Dipnoi, e non gli squali, proprio per sfuggire a quest’ultimi. E dunque possiamo ritenere gli uccelli semplicemente come esseri nobilmente deboli che per sfuggire ai predatori terrestri hanno deciso e sono riusciti ad alzarsi in volo, a scrivere una nuova esistenza.
Poeticamente è bello pensare che a spiccare il volo, a toccare il cielo, siano state le creature considerate più fragili e non quelle dominanti e predatorie.
Con questa mostra, la XIV edizione del Festival del Fumetto Le Strade Del Paesaggio continua a dare un ruolo importante al linguaggio del fumetto connettendolo ad altre arti, come la musica, sviluppando così infinite connessioni.
Opere di Irene Carbone, Zelda Bomba, Lorenza Di Sepio, Daniela Volpari, Lelio Bonaccorso, Annalisa Cercignano, Grazia La Padula, Michela di Cecio la fille bertha, Eugenio Sicomoro, Alessandra Melarosa, Martoz, Paolo Castaldi, Roberta Cerise, Otto Gabos, Luca Ralli Roberta Maddalena Bireau, Marco Corona, Andrea Scoppetta, Gianni Allegra, Marco Brancato, Barbara Baldi, Gianluca Gallo, Giò Quasirosso, Fortunato Disco, La Tram, Igor Scalisi Palminteri.
Le opere in mostra sono ispirate alla copertina dell’Album CIP! di Brunori Sas disegnata da Robert Figlia
È una produzione di Cluster Società Cooperativa
con la benedizione di Dario Brunori
Ideazione, progettazione e curatela
Francesco Loreto
Luca Scornaienchi
Castello Svevo, Cosenza
2/3 luglio
10:00/13:00
16:00/19.30
Museo del Fumetto
Via salita Liceo 1, Cosenza
dal 6 al 17 luglio tutti i giorni escluso la
domenica dalle 11:00 alle 19:00
Ingresso unico
Adulti € 4
Bambini € 2
Anna Cercignano
Barbara Baldi
Quasirosso
Luca Ralli
Il Festival Le Strade del Paesaggio nasce nel 2007 con un’articolazione semplice e raccoglieva poche ma preziosissime attività. Da quella data a oggi ha iniziato a maturare una identità sempre più importante e articolata diventando, nel corso degli anni, il punto di riferimento, a Cosenza, di appassionati di Comics e non.